Stefano Massini al Concertone Rai3: «Se dici antifascista arriva la Digos»
Boato di applausi per Stefano Massini per la provocazione lanciata sul palco del Concerto del Primo Maggio alla Rai Meloni: «Se dici antifascista ti identifica la Digos»
Dopo il Festival di Sanremo 2024, Stefano Massini ha calcato il palco del Concertone del Primo Maggio insieme a Paolo Jannacci. Grandi applausi per lo scrittore e drammaturgo che si fatto conoscere dal pubblico grazie alle sue opere teatrali rappresentate in tutto il mondo. Il fiorentino, classe 1975, ha incarnato lo spirito della manifestazione dedicata alla Festa dei Lavoratori lasciandosi andare ad un monologo in cui ha gridato all’antifascismo sul terzo canale della Tv di Stato (dopo le tre inquadrature di una maglia con simbolo fascista) in cui qualche settimana fa era stato censurato il monologo di Antonio Scurati a CheSarà... di Serena Bortone scatenando non poche polemiche.
"Mi hanno detto che siete 50, 60mila. Ho pensato che oltre a essere bellissimi siete bruttissimi da guardare perchè, se vi guardate intorno, siete esattamente quanti sono gli italiani che negli ultimi 50 anni sono morti mentre andavano a lavorare, 50-60mila, una media mille l’anno. Per un Paese che è una Repubblica fondata sul lavoro, ogni persona che muore sul lavoro è una catastrofe, è una carneficina, è un massacro. Anche se siamo dei vili ipocriti, quando ci scandalizziamo del fatto che gli operatori muoiono tutti insieme in una sola volta, dobbiamo scandalizzarci per la morte di ognuno. Io sono contro questo massacro, sono contro questa carneficina, sono contro questo sfascio... Sono antisfascista! Si può dire antisfascista? C’è una ’S’. Non ho detto antifascista ma antisfascista perché oggi se dici antifascisti ti identifica la Digos. Siccome mi hanno fatto firmare un sacco di fogli dicendomi ’ti prendi la responsabilità’ vorrei dire alla Digos identificateli tutti"
A queste parole è seguito il boato di applausi da parte del pubblico presente al Concerto del Primo Maggio. Forte il testo del drammaturgo in cui ha denunciato il fatto che in Italia vi sono circa mille morti l’anno. La sua voce ha risuonato con chiarezza e urgenza, chiamando tutti noi a unirci alla sua lotta contro il massacro sul lavoro. È una chiamata all’azione che non possiamo permetterci di ignorare. Il cuore del suo messaggio è chiaro e tagliente: "Basta morti sul lavoro!" Queste non sono solo parole vuote, ma un grido di dolore e rabbia contro un sistema che troppo spesso ignora la sicurezza e il benessere dei lavoratori. Massini ha reso omaggio a un lavoratore caduto, Ivo, morto a 69 anni. La sua domanda incisiva, "Cosa ci faceva a quell’età ancora in cantiere?" dovrebbe far riflettere chi governa questo Paese.
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