Morto Umberto Bossi ma è fake news: le parole del figlio Renzo

Pubblicato il 30 Agosto 2024 alle 12:23

Umberto Bossi non è morto e sta bene. Il fondatore storico della Lega Nord «stava mangiando pasta asciutta» all’annuncio della sua scomparsa. Parla il figlio Renzo

Morto Umberto Bossi ma è fake news: le parole del figlio Renzo

Umberto Bossi è morto? Fake News. Lo storico fondatore della Lega Nord non si è spento all’età di 82 anni e sta bene. A dare la notizia della sua scomparsa è stato Dagospia e ripresa da L’Aria che Tira in onda su La7. Tali voci sono state prontamente smentite dal figlio Renzo Bossi, che ha confermato che il padre è in buone condizioni di salute. All’agenzia di stampa AdnKronos ha dichiarato: "Mio padre sta bene, smentisco quanto sta circolando sulla sua scomparsa". Le sue parole hanno chiarito che le voci sulla morte di Umberto Bossi sono completamente infondate. "È già successo altre volte, in questo modo gli allungano la vita...", ha aggiunto il figlio del Senatur, ironizzando sulla frequenza con cui queste notizie si ripetono.

Nonostante le voci sulla sua presunta dipartita, Umberto Bossi è ancora molto attivo nel panorama politico italiano. Secondo fonti vicine, in questi giorni il fondatore della Lega Nord è impegnato in una serie di incontri ad alto livello. Tra i temi di discussione c’è anche l’autonomia regionale, una questione che è sempre stata al centro della sua agenda politica.

Recentemente, Bossi ha incontrato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, per discutere proprio di questo argomento. L’autonomia regionale è un tema caldo e di grande importanza per il vecchio capo leghista, che da decenni ne fa una delle sue battaglie principali. Bossi ha sempre sostenuto la necessità di un maggior decentramento dei poteri dallo Stato centrale alle regioni, in particolare quelle del Nord Italia, per garantire una gestione più efficiente delle risorse e rispondere meglio alle esigenze dei cittadini.

Malattia di Umberto Bossi: dall’entrata in politica alle dimissioni

Nato il 19 settembre 1941 a Cassano Magnago, in provincia di Varese, è uno dei protagonisti più influenti della politica italiana degli ultimi decenni. Fondatore e storico leader della Lega Nord, Bossi ha costruito un movimento politico radicato nel territorio del Nord Italia, dando voce alle istanze di autonomia e federalismo regionale. La carriera politica di Umberto Bossi inizia alla fine degli anni ’70, quando entra in contatto con alcuni circoli autonomisti del Nord del Paese. Nel 1984, insieme ad altri attivisti, fonda la Lega Autonomista Lombarda per poi trasformarsi rapidamente in un’organizzazione più strutturata e, nel 1989, prende il nome di Lega Nord.

Nel 1987 Bossi viene eletto senatore, segnando il suo ingresso ufficiale sulla scena politica nazionale. La Lega Nord si presenta come una forza politica nuova, con un programma basato sul decentramento amministrativo, il federalismo fiscale, e la denuncia degli sprechi dello Stato centrale. La sua retorica contro il «centralismo romano» attira l’attenzione di molti elettori del Nord Italia, insoddisfatti dell’inefficienza del governo centrale.

Gli anni ’90 rappresentano il periodo d’oro per Bossi e la Lega Nord. Nel 1992, il partito ottiene un risultato sorprendente alle elezioni politiche, conquistando il 9% dei voti a livello nazionale e diventando la quarta forza politica in Parlamento. Nel 1994, la Lega entra nel governo di Silvio Berlusconi, ma la collaborazione dura solo pochi mesi: Bossi ritira il suo sostegno al governo, accusando Berlusconi di non rispettare gli impegni presi.

Nel 1996, Bossi lancia il progetto della Padania, una proposta secessionista che mirava a creare uno Stato indipendente del Nord Italia. La dichiarazione di indipendenza della Padania, fatta in maniera simbolica sulle rive del fiume Po, segna un momento clou nella storia del partito.

Nel 2004 Umberto Bossi viene colpito da un ictus che ne compromette le capacità fisiche e verbali. Nonostante la malattia, continua a guidare il partito, delegando sempre più compiti a fidati collaboratori. Nel 2012, si dimette dalla carica di segretario federale della Lega Nord in seguito a uno scandalo finanziario che coinvolge alcuni membri della sua famiglia e dirigenti del partito.

Le dimissioni segnano la fine di un’era per la Lega Nord, ma Bossi resta una figura di riferimento per molti militanti, che lo considerano ancora il Senatur e il padre fondatore del movimento. Matteo Salvini, nuovo leader del partito, avvia un processo di trasformazione della Lega spostandola su posizioni più nazionaliste e sovraniste.