Maria De Filippi e giudice di Forum richiamate per sessismo: la denuncia
C’è Posta Per Te e Forum richiamate da AGCOM per episodi di sessismo in due puntate trasmesse nella scorsa stagione televisiva: cosa è successo e gli episodi incriminati
AGCOM ha richiamato due trasmissioni Mediaset per sessismo. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha agito contro due puntate di C’è Posta Per Te e Forum andate in onda nella scorsa stagione tv nelle quali non sarebbe stata rispettata "la corretta rappresentazione della donna". Nella puntata del 7 gennaio scorso di C’è Posta Per Te Maria De Filippi, che ha iniziato le registrazioni delle nuova edizione, ha raccontato la storia di Valentina pentita di aver tradito il marito. Nel riferire al pubblico la sua vicenda aveva svelato i comportamenti aggressivi e prevaricatori del compagno Salvatore. "Fa emergere un modello di relazione di coppia connotato da violenza e una immagine stereotipata della figura femminile e la conduttrice non ha stigmatizzato i comportamenti violenti e irrispettosi del marito", ha dichiarato AGCOM (QUI la storia di Valentina e Salvatore che aveva scatenato non poche polemiche).
La misogina trasmessa nel people show di Canale 5 era stata segnalata a Differenza Donna, l’associazione per i diritti delle donne, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: "La trasmissione ha divulgato la storia di una relazione sentimentale connotata da sopraffazione, denigrazione e mortificazione dell’uomo sulla donna rappresentando una dinamica misogina delle relazioni".
Forum di Barbara Palombelli: giudice Melita Cavallo nel mirino di AGCOM per sessismo
Non soltanto C’è Posta Per Te di Maria De Filippi, ma nel mirino di AGCOM è finito anche Forum di Barbara Palombelli. Nella puntata del 3 febbraio scorso è stata trattata la causa di un padre separato che ha chiesto l’affidamento del figlio, già affidato alla madre, ma stando alle considerazioni del Garante le parole pronunciate dalla giudice Melita Cavallo "violano i limiti della correttezza in quanto attribuiscono una responsabilità alla protagonista femminile della storia per il comportamento violento del protagonista maschile e la colpevolizzano per l’aggressione subita". In questo caso si tratterebbe di vittimizzazione secondaria. Il padre del minore si è reso protagonista di un episodio contraddistinto da rabbia e violenza: recatosi a scuola, ha preso a calci la porta dietro cui si era rifugiata la madre con il bambino, minacciandola ripetutamente. L’episodio in questione ha garantito alla madre l’affidamento del bambino, a seguito di un TSO imposto al padre che, nella puntata, rivendicava invece l’affidamento esclusivo del figlio.
L’Autorità ha richiamato dunque la società RTI – Reti Televisive Italiane S.p.A. a "garantire nei programmi di intrattenimento il più rigoroso rispetto dei principi previsti a tutela degli utenti". L’atto può essere impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio entro 60 giorni dalla notifica dello stesso.
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