L’Eredità, Riccardo Bertocci fa chiarezza sulla sua ’sparizione’ e svela cosa farà con la vincita

Uno dei campioni de L’Eredità, che ha segnato maggiormente la stagione 2022/2023 del game show, è proprio Riccardo Bertocci. 32 puntate, 18 Ghigliottine, 1 vittoria, il cortonese è riuscito ad entrare nei cuori dei telespettatori. Quest’ultimi, ancora oggi si interrogano sulla sparizione improvvisa del concorrente. Intervistato a Tvpertutti, Riccardo ha finalmente fatto luce sull’accaduto, raccontando anche l’esperienza vissuta all’interno del gioco televisivo e svelando cosa farà con la vincita conquistata.

Riccardo Bertocci e la sua esperienza a L’Eredità

La sua partecipazione a L’Eredità è durata abbastanza a lungo, conquistando le simpatie dei telespettatori. Come è stata l’esperienza nel game show e cosa ha imparato al termine?

«Come forse non tutti sanno, prima di contagiarmi con il COVID e quindi prima di essere impossibilitato a partecipare alla trasmissione, avevo inanellato 32 puntate consecutive, di cui 18 finite alla Ghigliottina. Posso solo dire che la mia è stata un’esperienza più che positiva! Non voglio sembrare scontato, ma se ha già intervistato altri partecipanti, le avranno detto che la produzione tutta è gentilissima, che Flavio Insinna è un maestro nel far sentire i concorrenti a loro agio e che si fanno tante belle nuove conoscenze. Ebbene, non posso che confermare queste sensazioni. Cos’ho imparato? Che questo è un gioco vero, serio, assolutamente non truccato ed è troppo divertente da giocare!»

Come hanno reagito i suoi cari e coloro che la conoscono, dopo averla vista nel game show di Rai 1?

«Sia durante che dopo la mia partecipazione a L’Eredità, la mia vita in un certo modo è cambiata. Rispondere ai messaggi di parenti, amici, colleghi e conoscenti è diventata un’attività quasi continua! La più felice è mia madre, Rosa, che, avendomi iscritto al programma, ha reso possibile quest’avventura.»

Tra tutti i giochi de L’Eredità, qual è quello che ritiene più difficile e quale il più emozionante?

«Il più difficile è sicuramente la Ghigliottina. Almeno per il sottoscritto. In 18 tentativi ho scritto la parola giusta una sola volta… E pensare che rimanevo calmo e concentrato come a casa. Il gioco più avvincente e anche il più divertente è quello dei Paroloni. Con quello ti giochi l’accesso al Triello e la possibilità di ritornare il giorno dopo. E se non trovi il significato giusto ti devi sfidare con un altro concorrente, di solito molto bravo e agguerrito come te.»

Se potesse ripetere l’esperienza daccapo, cambierebbe qualcosa?

«Nulla, davvero. Ho dato il meglio di me stesso!»

L’Eredità, Riccardo parla della vincita e della sua sparizione

Lei è uscito di scena con un bel portafoglio di vincite. Ha già idea di cosa farne del montepremi?

«Alla fine mi sono aggiudicato “solo” 40.000 euro. Ai quali va sottratta la tassa sulle vincite e altre spese. Di sicuro una parte la devolverò in beneficienza, un’altra alla mia attività preferita, i viaggi, ed una parte per l’anticipo su un’auto un po’ più nuova della mia attuale.»

La rivedremo nuovamente in gara prima o poi? Magari in qualche puntata speciale de L’Eredità?

«Forse mi rivedrete. Come ho già detto, ho dovuto interrompere per cause di forza maggiore. Spetta alla produzione del gioco decidere se, in base al regolamento, sarà possibile un mio ritorno in gara.»

La sua uscita di scena ha spiazzato tutti. Non a caso, ancora oggi c’è chi si domanda come mai lei si sia ritirato. Può dire qualche parola per confortare i suoi fan? A presto e in bocca al lupo.

«Innanzitutto, non mi sono ritirato, ed in trasmissione, per ovvi motivi di privacy, il conduttore non poteva dire che ero malato di COVID, ma ha dovuto dire che “Riccardo è assente per motivi personali.” La parola ritiro non è mai stata pronunciata. Se mi fossi voluto ritirare l’avrei fatto in diretta! Spero tanto di poter rientrare in gioco, prima o poi. E invio un saluto a tutti gli amici fan che mi hanno scritto in questo periodo d’assenza per darmi conforto, farmi gli auguri e capire il perché della mia assenza.»