Le migliori canzoni di Sanremo che NON hanno vinto il festival: 15 brani indimenticabili

Pubblicato il 7 Febbraio 2018 alle 17:05

Le migliori canzoni di Sanremo spesso sono state quelle che non hanno vinto il festival, relegate nei bassifondi della classifica o perdenti per un soffio. Ne abbiamo scelte 15.

Le migliori canzoni di Sanremo che NON hanno vinto il festival: 15 brani indimenticabili

Le migliori canzoni del Festival di Sanremo? Spesso sono state quelle che non hanno vinto la kermesse.
Di brani presentati alla rassegna canora della città dei fiori e poi entrati nella memoria collettiva ce ne sono tantissimi, ma il più delle volte all’epoca della loro partecipazione raggiunsero solo il podio… o peggio ancora furono relegati agli ultimi posti in classifica. Salvo la smentita della storia.
Abbiamo scelto di raccontarvene 15.

N.B.: scegliere le canzoni migliori implica una lista infinita di fattori, tra cui gusto, successo, caratura dell’artista. Abbiamo cercato di bilanciare il tutto, a nostro insindacabile giudizio, tra grandi canzoni, cantanti famosi e qualche outsider..

Luigi Tenco – Ciao amore, ciao (1967)

Nel 1967 ogni brano in gara veniva interpretato da due artisti diversi. A optare per Ciao amore, ciao furono Luigi Tenco e l’italo-francese Dalida, freschi di una relazione amorosa travagliata e clandestina. Il brano fu eliminato prima dell’ultima serata e non fu nemmeno ripescato. A seguito – ma non necessariamente a causa – dell’eliminazione, il cantautore piemontese si suicidò in una stanza d’hotel e a ritrovarne il corpo furono il suo amico Lucio Dalla e la stessa Dalida. Per anni si sono rincorse diverse teorie sulla morte di Tenco, ma negli anni Duemila è stato confermato il suicidio. La canzone è diventata un cult.

Posizione: eliminato.

Lucio Battisti – Un’avventura (1969)

Prima e unica partecipazione in gara per il cantautore laziale, quando ancora frequentava la tv nazionale e non aveva deciso di chiudere i rapporti con i mass media. Il brano fu aspramente stroncato dalla critica del tempo, ma come tutti sanno è entrato nella memoria collettiva ed è oggi tra i più amati dell’artista di Poggio Bustone, che in precedenza era apparso a Sanremo solo nelle vesti di autore.

Posizione: 9^.

Lucio Dalla & Equipe 84 – 4/3/1943 (1971)

Il titolo prende spunto dalla data di nascita del compianto cantautore bolognese, ma si trattò di una scelta forzata per un brano che non ha nulla di autobiografico. La canzone infatti si sarebbe dovuta intitolare Gesù Bambino ma fu sottoposta a censura prima dell’ammissione al festival: quel titolo era ritenuto blasfemo così come alcuni versi abbinati alla storia raccontata, quella di una ragazza madre, che ha un figlio con un ignoto soldato alleato. Il pezzo si rivelò un successo clamoroso, anche oltreconfine.

Posizione: 3^.

Anna Oxa – Un’emozione da poco (1978)

Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese cantavano gli Offlaga Disco Pax in Robespierre. In effetti, la prima partecipazione sanremese di Anna Oxa fu all’epoca uno shock travolgente, per via del suo look androgino curato da Ivan Cattaneo. Il brano – scritto da Ivano Fossati – diventerà uno dei successi più importanti della cantante barese, la quale vincerà poi il Festival nel 1989 con Fausto Leali e nel 1999. Recentemente, Un’emozione da poco è ritornata in auge per la versione interpretata dall’attore Luca Marinelli in Lo chiamavano Jeeg Robot.

Posizione: 2^.

Rino Gaetano – Gianna (1978)

Tra i pezzi più noti dell’artista calabrese, Gianna fu una rivelazione per il pubblico sanremese e portò Rino Gaetano all’apice del successo. Ancora oggi è una hit immancabile nelle piste da ballo, capace di unire diverse generazioni di ascoltatori. E chissà cos’altro avrebbe potuto riservarci Rino, se la sua carriera non fosse stata interrotta da quel maledetto incidente stradale…

Posizione: 3^

Enzo Carella – Barbara (1979)

Tra gli outsider di questa lista spicca sicuramente Enzo Carella. Cantautore romano recentemente scomparso, la sua è stata una carriera discontinua ma ricca di talento e di intuizioni, come in Barbara, il suo pezzo più famoso e tra i migliori esempi di disco-music all’italiana. Il testo fu scritto da Pasquale Panella, il paroliere di Battisti dopo lo strappo con Mogol.

Posizione: 2^.

Matia Bazar – Vacanze romane (1983)

Probabilmente i Matia Bazar sono la band sanremese per eccellenza, forti di ben 2 vittorie. Pur essendo il loro brano più famoso (e bello), Vacanze Romane si classificò solo quarto. Rimane un classico senza tempo, contenuto in Tango, disco dalle forti connotazioni elettroniche e sperimentali. 5 anni dopo la cantante Antonella Ruggiero lascerà la band.

Posizione: 4^ + Premio della Critica.

Vasco Rossi – Vita Spericolata (1983)

Nello stesso anno - quello in cui Toto Cutugno partecipa con L’Italiano e Amedeo Minghi viene eliminato con il suo successo 1950, Vasco Rossi ci riprova a Sanremo dopo le critiche di Vado al Massimo. Vita Spericolata è uno dei più belli della storia della musica italiana e insieme ad Albachiara la canzone più famosa del rocker di Zocca, ma al festival fu liquidato nelle retrovie.

Posizione: penultimo.

Zucchero – Donne (1985)

Negli anni Ottanta arrivare penultimi a Sanremo portava bene agli emiliani. Come Vasco Rossi l’anno prima, anche Zucchero Sugar Fornaciari ristagnò nei bassifondi della classifica sanremese ma ai primi posti in quelle delle radio. Nonostante non sia uno dei pezzi che preferisce – e infatti manca quasi sempre nelle scalette dei suoi concerti – Donne è una delle canzoni più famose del bluesman di Reggio nell’Emilia.

Posizione: penultimo.

Elio e le storie tese – La terra dei cachi (1996)

Le partecipazioni a Sanremo degli Elii sono sempre state esilaranti, ma nel 1996 il gruppo milanese si fermò a un passo dalla vittoria, rimanendo in testa fino all’ultima serata, quando dovettero cedere il posto a Vorrei incontrarti fra cent’anni di Ron e Tosca. Ancora oggi si parla di presunte irregolarità sul voto, confermate addirittura da indagini delle Forze dell’ordine.
La canzone si rivelò un successo strepitoso, soprattutto per il modo in cui ritraeva vizi e abitudini degli italiani.
Curiosità: nella serata in cui ogni artista doveva suonare solo un minuto del proprio brano, Elio e Le Storie Tese la suonarono per intero in una versione velocizzata di soli 55 secondi.

Posizione: 2^ + Premio della critica

Patty Pravo - … e dimmi che non vuoi morire (1997)

Scritta da Roberto Ferri insieme a Gaetano Curreri degli Stadio per le musiche e Vasco Rossi per il testo, è forse l’unico pezzo di Patty Pravo capace di eguagliare i singoli dei suoi esordi, quando era la ragazza del Piper. Nell’anno della vittoria dei Jalisse, il brano si fermò all’ottavo posto. Intramontabile.

Posizione: 8^ + Premio della critica.

Niccolò Fabi – Lasciarsi un giorno a Roma (1998)

Dopo il premio della critica con Capelli tra le Nuove Proposte dell’anno precedente, Niccolò Fabi torna al festival con un brano struggente e bellissimo. Nel testo il cantautore romano cita la sua città e racconta la fine di un amore ma dal punto di vista di chi lascia.
Insieme a Gazzé e Silvestri, l’emblema della scuola romana del cantautorato di fine Novecento.

Posizione: 8^

Subsonica – Tutti i miei sbagli (2000)

Al secondo album la band torinese conquista il pubblico con un brano tuttora onnipresente nei loro concerti. È una delle prime volte in cui al festival fa capolino l’elettronica più moderna. La partecipazione rimarrà un unicum nella carriera dei Subsonica.

Posizione: 11^

Daniele Silvestri – Salirò (2002)

Silvestri aveva già attirato l’attenzione sul palco di Sanremo – ricevendo anche alcuni premi – prima tra le Nuove Proposte nel 1996 con L’uomo col megafono e poi nel 1999 con Aria. Con Salirò il cantautore romano vince nuovamente per la critica, ma nonostante un ballerino sul palco e un pezzo molto scanzonato e ballabile si ferma solo al 14° posto. Salvo poi rifarsi nelle classifiche di vendita.

Posizione: 14^ + Premio della Critica.

Riccardo Sinigallia – Prima di andare via (2014)

Sinigallia è probabilmente l’autore più sottovalutato della storia recente. Tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila contribuisce come co-autore, arrangiatore o produttore ai migliori brani di Niccolò Fabi, Max Gazzé, Frankie HI-NRG e Tiromancino, ma rimane sempre nell’ombra per il grande pubblico. Prima di produrre Motta e dopo aver lanciato Coez, nel 2014 arriva a Sanremo con un brano bellissimo come Prima di andare via, ma viene escluso a gara in corso perché lo aveva già eseguito in pubblico qualche mese prima della partecipazione al festival. Sfortunato.

Posizione: escluso dalla gara


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