Le Iene Michele Misseri: violenza, delitto e tomba di Sarah Scazzi
Delitto di Avetrana, le confessioni inedite di Michele Misseri a Le Iene: l’abuso da bambino, la tentata violenza a Sarah Scazzi fino all’occultamento del cadavere in campagna
Michele Misseri torna a far parlare di sé con nuove dichiarazioni sul delitto di Sarah Scazzi ad Avetrana, avvenuto il 26 agosto 2010. A distanza di 14 anni, l’uomo continua a sostenere la sua colpevolezza per l’omicidio della nipote, in un’intervista esclusiva rilasciata a Le lene che andrà in onda domenica 13 ottobre su Italia 1. Misseri, che all’epoca fu condannato a otto anni di carcere per concorso in soppressione di cadavere, insiste sul fatto di essere il responsabile dell’omicidio, nonostante la giustizia italiana abbia riconosciuto come colpevoli sua moglie Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri. "Sono io l’assassino di Sarah", ha affermato durante l’intervista con l’inviato Alessandro Sortino, aggiungendo che le sue versioni sarebbero state manipolate e alterate. "Non mi credono perché mi hanno fatto cambiare le versioni, non le ho cambiate io, me le hanno fatte cambiare".
Michele Misseri abusato da piccolo e la tentata violenza su Sarah morta
Uno dei momenti più scioccanti dell’intervista è l’ammissione, per la prima volta davanti a una telecamera, di aver tentato di abusare del corpo senza vita di Sarah. A Le Iene, Misseri non si limita a parlare del giorno dell’omicidio, ma si spinge anche a raccontare aspetti inediti della sua infanzia. Rivela, infatti, di essere stato vittima di abusi sessuali all’età di sei anni, mentre lavorava come pastorello in una masseria: "Quando avevo sei anni mio padre mi portò in una masseria a fare il pastorello. Lì mi hanno violentato. Non l’ho mai detto a nessuno". Questo dramma personale, secondo Misseri, sarebbe stato un segreto che avrebbe portato con sé per tutta la vita, senza mai parlarne nemmeno con la moglie e le figlie.
Le Iene, Michele Misseri ricostruisce il delitto di Avetrana
Durante l’intervista, Michele Misseri ripercorre nel dettaglio ciò che accadde il giorno dell’omicidio di Sarah, descrivendo minuziosamente le sue azioni. Racconta di come Sarah scese nel garage dove si trovava lui, per chiedere probabilmente di citofonare alla cugina Sabrina. A quel punto, spiega Misseri, avrebbe perso il controllo, strangolando la giovane con una corda: "Ho allungato la mano e l’ho presa dalle spalle, mi ha dato un calcio da dietro e mi è salito un calore". L’uomo ha portato l’inviato sul luogo in cui gettò il cadavere di Sarah Scazzi, un pozzo in contrada Mosca, mostrando con freddezza i dettagli di come abbia occultato il corpo e distrutto ogni traccia, bruciando i vestiti della nipote:
"L’anima di Sarah è ancora imprigionata. Ho allungato la mano e l’ho presa dalle spalle, mi ha dato un calcio da dietro e mi è salito un calore. Forse voleva scappare e io ho preso la corda... Volevo violentare Sarah ma non sono riuscito. Avevo allungato le mani qui nel garage, volevo continuare ma poi non l’ho più fatto. Sotto il fico l’ho spogliata ma poi non l’ho fatto più e l’ho rivestita. Erano due anni che non avevo rapporti sessuali con mia moglie, io dormivo nella sdraio, lei nel letto matrimoniale. Questa è la verità. Speriamo che Sarah vada in pace, per sempre".
ARGOMENTI: Le Iene
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