Chi era Rocco Chinnici? La storia del magistrato stasera sulla Rai
Stasera andrà in onda su Rai Uno il film tv dedicato al magistrato Rocco Chinnici. Di seguito si riporta una sintesi di chi è stato davvero Rocco Chinnici come uomo.
Chi era Rocco Chinnici? Questa la domanda che questa sera si porranno un po’ tutti guardando il palinsesto Rai.
Andrà infatti in onda stasera 23 gennaio su Rai Uno un film dedicata al giudice Rocco Chinnici.
Il magistrato è interpretato da Sergio Castellitto nei panni del magistrato e ispirata al libro della figlia maggiore di Chinnici, Caterina, È così lieve il tuo bacio sulla fronte, edito da Mondadori.
Il nuovo film tv ha come obiettivo quello di raccontare chi è Rocco Chinnici, non solo in veste di magistrato, ma nel ruolo di uomo e di padre.
Chinnici infatti non era solo un uomo di spicco, ma anche il padre di Caterina, Elvira e Giovanni, ma anche di tutti i magistrati che con lui hanno lavorato.
Fu il padre di quello che passò alla storia come pool antimafia, il primo a combattere la mafia sistematicamente perché aveva riconosciuto che la mafia era un sistema criminale.
Lo sapeva talmente bene che lo spiegò parlando della sua fine: “Una mia eventuale condanna a morte scaturirà dallo stesso cervello criminale che ha già ucciso Terranova, Mattarella, Costa e La Torre”.
Una fine che il magistrato già aveva pensato fosse destinata a lui.
Chi era Rocco Chinnici? Magistrato e padre amorevole
Rocco Chinnici è morto il 29 luglio del 1983, 35 anni fa, insieme agli uomini della sua scorta e al portiere del suo palazzo. Come ben si sa non fu il primo uomo dello stato ucciso dalla mafia, ma il primo caso in cui fu usata un’autobomba, in cui l’intera strada sotto la casa della famiglia Chinnici saltò in aria.
Oltre che un impeccabile e bravissimo magistrato Chinnici era prima di tutto padre e marito. Faceva il rappresentante al liceo dei figli e non mancava un consiglio di classe.
Un marito premuroso che curava le piante sul balcone di casa e amava cucinare. La sua specialità erano i rigatoni col sugo di carne.
Con la moglie, sposata nel 1952, anno in cui era entrato in magistratura, amava ballare il valzer. Divenne giudice istruttore a Palermo dal 1966 fino al 1979 quando diventò Consigliere Istruttore.
La figlia Caterina racconta: “Mio padre era un uomo molto semplice, il suo era un impegno di cittadino che credeva in quei valori e si adoperava per la propria terra. Per questo non gli sarebbe piaciuto esser chiamato “eroe”.
Per lui era normalità. Si alzava alle 4 del mattino e lavorava. Entrava nel suo studio, lasciava la porta aperta per controllare che i figli si alzassero in tempo per la scuola. Preparava il caffè e alle 8 usciva.”
Lo fece anche il 29 luglio del 1983. Era capo dell’ufficio istruzione di Palermo. Salutò il portinaio del suo condominio in via Federico Pipitone. Alle 8 e 5 minuti il boato. L’esplosione di un’autobomba con un comando a distanza. Una Fiat 126 imbottita di tritolo.
Morirono con Chinnici, i due agenti della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portinaio del condominio Stefano Li Sacchi. Si salvò l’autista Giovanni Paparcuri, 27 anni.
Una morte ovviamente ingiusta quella del giudice Chinnici, una vita rubata e strappata dalla mafia. Quello che resta è il ricordo e l’insegnamento di questo grande giudice che come viene descritto nel libro della figlia è prima di tutto un padre e uomo. Stasera si ripercorrerà la sua storia.
Nella film di oggi 23 gennaio come anticipato vedremo nei panni del protagonista Sergio Castellitto, nel ruolo della figlia maggiore Cristiana Dell’Anna e nel ruolo della moglie Manuela Ventura. La regia è firmata da Michele Soavi.
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